ROMA - La misera consolazione è che non sono due finali. Niente di realmente imperdibile. Però. Però per molti di noi, quelli che non dispongono di superschermi sdoppiabili, di decoder cosmico-galattici personalmente girati sottobanco da Elon Musk, sarà come il gioco della torre: Sinner o Nazionale, Nazionale o Sinner, chi mi tengo e chi butto giù?
Strane coincidenze, strani incroci, strane sovrapposizioni: le creature nostre, l’orgoglio di mamma, tutti in campo stasera dopo cena. E allora cosa fare? Se la spassa bene l’antitaliano bastian contrario magari un po’ terrapiattista e un pelo putiniano, quello che non sopporta gli azzurri del calcio perché a me del calcio non interessa più niente, lo guardavo una volta, ma poi quando ho visto le porcherie che ci stanno sotto, tutto combinato, tutto in mano al giro delle scommesse, con questi milionari pieni di tatuaggi, viziati e strapagati, loro e le loro influencer di TikTok fatte e rifatte senza più un pezzo originale, guarda se la Nazionale ne prende tre o sei dal Belgio io sono solo contento, oppure quelli che a me Sinner non dice niente, anzi mi sta pure un po’ sull’anima, tu dimmi cos’ha di italiano, parla come uno Sturmtruppen e vive a Montecarlo, spiegami perché dovrei esaltarmi per uno così: ecco, per questo tipo di Italia e di italiani la scelta non si pone, perché tra Nazionale e Sinner sceglie il nulla delle sue rabbie e dei suoi rancori compressi, oppure espressi tramite tastiera dietro un rassicurante nickname del genere Napalm 51.
Ma gli altri, gli italiani mediamente italiani, mediamente appassionati, mediamente tifosi: che fanno stasera? Una volta il referendum lo decidevano i canoni e gli abbonamenti tv, Sinner su Sky e Nazionale su Rai1. Ma in questo caso sarà un derby del servizio pubblico, tutto in chiaro. La scelta è obbligatoria. Dice evangelicamente il mite Jannik: «È un bene che in Italia ci sia questa grande passione per i due sport. Io farò il tifo per la Nazionale (Jannik, magari non proprio mentre giochi contro Medvedev, ndr), speriamo che sia una giornata di festa per il calcio e per il tennis».
Che sia così: una serata di festa italiana, nei due modi possibili, in entrambi i modi possibili. Per una volta, non è solo una becera questione di tifo patriottardo: si tratta anche di roba buona, bella, divertente. Roba di qualità. Alla nazionale di Spalletti, benchè debba ancora vincere sul serio, va comunque riconosciuta l’instancabile ricerca di un gioco e di uno spettacolo. Sinner non ne parliamo. In questo sta il difficile: godersi una bellezza rinunciando all’altra. Scegliere quale bellezza. C’è troppo da vedere. Però vediamo di non drammatizzare eccessivamente l’imbarazzo della scelta: l’alternativa è peggio, l’alternativa (che abbiamo provato mille volte) è non avere niente da vedere.